A un certo punto, senza volerlo, accade che i genitori si trasformano in figli e i figli in genitori. È un processo pigramente naturale che si rivela d’emblée attorno ai trent’anni, quando i genitori sono più eccitati dei figli sapendoli alle prese con un tour di oltre 4000 chilometri: e dall’altra parte sono i figli a chiamare i genitori per sapere se a casa stanno tutti bene. È un’inversione di ruoli inevitabile: pensionati esaltati e febbrili, perennemente in viaggio, traboccanti di vivacità, pronti a far l’alba tutte le sere, di nuovo innamoratissimi come quarant’anni fa, col portafogli sempre pieno, la fotta di avere tutto il tempo e i denari per andare un giorno al mare e il giorno dopo in una città d’arte a comprare tartufi e vini pregiati, così a cazzo di cane per il gusto di scialacquare, a dormire in hotel lussuosi e a fumare alla finestra per non far suonare l’allarme antincendio.
Alla faccia di quei mammalucchi dei loro figli, nati sul finire degli anni Ottanta e più che mai sognatori a occhi aperti. Affaccendati in Francia, stipati nel loro van, a suonare sui terrazzamenti degli chalet, fra un bagno nel lago scuro e il chiacchiericcio dei boschi di notte, col latte della via Lattea e le stelle e una tregua da saziare l’anima. Presi dal suonare nei negozi di vinili del Grand Est, dal bere champagne nella città a forma di tappo di champagne, dallo spiegare che Altre di B è tipo il mondo delle scommesse calcistiche della Ligue 2 ma con meno squadre, dal bere caffè con Charles nel bellissimo giardino di casa sua -dove non ci saremmo sorpresi nel vedere uscire Tyler e Marla con una forma di sapone-, dal passeggiare sulla Senna mentre giocano a pétanque -come gli avvinazzati dei bar sulla Romea quando sparigliano a Scopone-, dall’emozionarsi per un concerto in una capitale affollata e viva e molesta e verticale, dal declinare educatamente mega droghe e mega orge con diplomatici di Manchester, dall’abbracciare Thomas, Hervé, Céline e chi abbiamo voluto bene.
A un certo punto, senza volerlo, i genitori si trasformano in figli e i figli in genitori.
I primi chiedono com’è andata ieri sera ad Angoulême?
E i secondi tutto bene lì a casa?